
1. Il 16 ottobre 2011 «quattro studiosi non più giovani, passati per esperienze politiche comuni ormai lontane ma sempre connotati da pensieri diversi», cioè Pietro Barcellona, Paolo Sorbi, Mario Tronti e Giuseppe Vacca, pubblicarono sul quotidiano “Avvenire” una lettera aperta, intitolata L’emergenza antropologica: per una nuova alleanza. Scopo del documento era appunto quello di denunciare l’“emergenza antropologica” in cui oggi ci troviamo come «la manifestazione più grave e al tempo stesso la radice più profonda della crisi della democrazia» e di chiamare credenti e non credenti, religioni e politica a una nuova alleanza volta a far fronte a questa emergenza.
Che cosa intendono i quattro autori parlando di “emergenza antropologica”? L’inizio della lettera aperta lo spiega:
«La manipolazione della vita, originata dagli sviluppi della tecnica e dalla violenza insita nei processi di globalizzazione in assenza di un nuovo ordinamento internazionale, ci pone di fronte ad una inedita emergenza antropologica. Essa ci appare la manifestazione più grave e al tempo stesso la radice più profonda della crisi della democrazia. Germina sfide che esigono una nuova alleanza fra uomini e donne, credenti e non credenti, religioni e politica».
Al centro dell’emergenza antropologica, dunque, si pongono le questioni relative alla vita e alle nuove possibilità di manipolazione di essa, una manipolazione che, permessa dagli sviluppi della tecnica, rimane però incontrollata e in balia della «violenza insita nei processi di globalizzazione in assenza di un nuovo ordinamento internazionale»; nella nuova alleanza necessaria per affrontare questa emergenza antropologica, sostengono gli autori, un ruolo centrale spetta alle religioni.
I quattro studiosi riflettono tenendo presente, al tempo stesso, il piano nazionale e quello globale: certamente l’emergenza antropologica è globale, ma gli autori sono interessati a individuare in quale forma la nuova alleanza da loro ritenuta necessaria possa trovare realizzazione in ambito nazionale; proprio nell’ambito della politica italiana (intendendo la parola “politica” nel senso più ampio) essi vedono infatti alcuni segnali positivi sia nella ricerca di un ruolo nazionale nuovo da parte della Chiesa cattolica italiana, sia nel definirsi della fisionomia del Partito Democratico (grazie soprattutto all’opera di Pierluigi Bersani, che al tempo era Segretario del partito) come “partito di credenti e non credenti”, sia infine nell’istituirsi di un terreno di confronto tra politica e religione, o tra soggetti politici laici (in primo luogo il PD) e la Chiesa cattolica, in nome di una “nuova laicità” che, secondo gli autori della lettera aperta, sarebbe oggi promossa da entrambe le parti, cioè dai soggetti politici laici in questione, giunti ad abbandonare una concezione intollerante o laicistica della laicità e a riconoscere invece il ruolo positivo delle confessioni religiose, e dalla stessa Chiesa cattolica in nome dell’alleanza tra fede e ragione.
Emergenza antropologica, emergenza educativa