
L’educazione, tema trasversale all’essere umano, intercetta tematiche differenti. Per questo i discorsi sull’educazione sono inevitabilmente contaminati dalle epoche storiche, dalle influenze culturali e spesso anche dai temi di attualità.Per chi si occupa di educazione questo è uno stimolo a una riflessività che consenta di mantenere viva una connessione tra il piano teorico ed il piano delle pratiche.
Se è vero che sempre, quando ci si trovi nella posizione di dover educare, si è costretti a produrre una teoria educativa, a interpretare il proprio oggetto compiendo scelte teoriche, questo è ancora più marcato nell’ambito della cosiddetta “educazione speciale” in quanto questa nasce e si sviluppa a partire da una certa interpretazione teorica dell’educando speciale ovvero della persona con disabilità.
1. La condizione di persona fragile, marginale, con disabilità: implicazioni concettuali e organizzative
Il modo in cui la società intende occuparsi delle persone fragili cambia nel tempo e, anche recentemente, è stato oggetto di processi che ne mutano i presupposti e le pratiche (Medeghini, Valtellina 2006). Questo fatto emerge sia se si guarda alla letteratura recente in ambito internazionale (si veda ad esempio Terzi 2003 e 2005 oppure Leonardi 2009), sia se si rivolge l’attenzione all’universo delle pratiche, sia se si considerano le riflessioni che nascono dai movimenti di persone con disabilità (Shakespeare, 2006).
In ambito internazionale possiamo ritrovare negli ultimi anni segnali forti di questo cambiamento. Con l’approvazione nel 2006 della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità (ONU 2006), la comunità internazionale ha accolto un paradigma che sposta con decisione il piano del discorso sulla disabilità da una modalità assistenziale ad una modalità legata alla tutela dei diritti umani (Lang 2009).
Anche dal punto di vista teorico le discontinuità sono evidenti. Da una parte si afferma sempre più nella letteratura anglosassone il filone dei Disability Studies (Goodley 2000) che pone in discussione il concetto stesso di normalità e afferma la titolarità della propria esistenza da parte delle persone con disabilità (Priestley et al. 2010). Dall’altra, emergono interessanti applicazioni nel campo della disabilità delle teorie economiche e sociali di Amartya Sen (Sen, Nussbaum 1993), in particolare dei riferimenti concettuali forniti dal Set di Capability (come in Burchardt 2004).
Generare percorsi culturali nella comunità: verso la fine della pedagogia “speciale”