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Il libro per la scuola tra didattica, politica ed economia

Num°10 EDUCATION
LibriScuola

Ogni anno, milioni di famiglie in tutto il mondo inaugurano l’inizio delle attività scolastiche recandosi in libreria, o al supermercato, per acquistare i manuali scolastici dei propri figli. Si tratta di un rito ormai consolidato, che i genitori affrontano con un misto di orgoglio e rabbia, dati i costi spesso tutt’altro che popolari dei libri scolastici. Ma si tratta anche di una ritualità che nasconde storie e implicazioni difficili da immaginare per i non addetti ai lavori.

Innanzitutto, può essere utile sapere che l’utilizzo di libri pensati e scritti appositamente per la scuola è un fenomeno relativamente recente. Infatti, il manuale scolastico così come siamo abituati a concepirlo oggi è il prodotto dello sforzo operato dagli Stati europei nella diffusione dell’istruzione a tutti gli strati della popolazione per mezzo della scuola. Tale sforzo si colloca storicamente nei primi decenni dell’Ottocento, con l’eccezione dell’Impero asburgico, che sin dagli anni Settanta del Settecento concepì l’alfabetizzazione come un potente strumento di formazione della cittadinanza e di orientamento dell’opinione pubblica. Non che prima non esistessero libri per lo studio o che non si pensasse alla formazione del cittadino, anzi! Però, i testi non erano espressamente pensati per la scuola. E il buon cittadino non veniva formato in aula, ma in parrocchia.

Fino alla prima metà dell’Ottocento, l’apprendimento della lettura e della scrittura avveniva solitamente su testi non nati per la scuola: catechismi, opere devozionali, e tutti quei libri che potevano essere reperiti senza costi aggiuntivi presso tutte le famiglie o le parrocchie, costituirono a lungo il banco di prova su cui allievi più o meno giovani cercarono di penetrare i misteri della lettura e della scrittura. Più esplicitamente rivolti all’insegnamento erano invece i testi utilizzati per l’insegnamento secondario, anche se la specializzazione per tipo di istituto e ordine di classe rappresentò per molto tempo una rarità.

Esistono alcune differenze essenziali tra un manuale e un libro d’istruzione: la prima è proprio che il manuale è esplicitamente pensato per un uso scolastico, quindi per essere utilizzato in classe, con l’ausilio diretto o indiretto di un insegnante, mentre il secondo poteva essere utilizzato a casa con il precettore o per lo studio autonomo. L’uso all’interno di un’aula obbliga, poi, l’autore di un manuale scolastico a tenere conto della gradualità dell’apprendimento tra le classi e delle differenti età e capacità cognitive degli studenti; il libro d’istruzione, invece, si rivolgeva a un pubblico generico, spesso indicato come “jeunesse étudiante” o “gens de monde”.

Non a caso, il libro su cui la maggior parte dei bambini – ricchi e poveri – imparava a leggere prima della nascita della scuola per tutti era il catechismo, che aveva il doppio vantaggio di iniziare i giovani lettori all’alfabeto per mezzo di parole semplici raccolte in un susseguirsi di domande e risposte, e di inculcare nelle loro tenere menti precetti utili a divenire cristiani devoti e sudditi obbedienti. Altri libri con cui i bambini – e gli adulti – che imparavano a leggere e scrivere venivano a contatto, e che spesso erano destinati a rimanere gli unici che avrebbero sfogliato nel corso della loro vita, avevano per titolo recueil, jardin, précis o ancora abrégé, méthode, rudiments.

Il manuale scolastico così come abbiamo imparato a conoscerlo, specializzato per classe e materia, si affermò lentamente e si diffuse con l’allargamento dell’obbligo scolastico a fasce sempre più ampie della popolazione, oltre che con la conseguente messa a punto di programmi scolastici più dettagliati e raffinati. Come ha sintetizzato bene Alain Choppin, «l’existence du manuel scolaire, tel qu’on l’entend aujourd’hui, nécessite en effet un ensemble de conditions qui ne sont pas toutes remplies en France avant la fin de l’Ancien Régime: des classes recevant un enseignement commun (l’enseignement dit simultané), une structuration des contenus en disciplines autonomes, la possession par l’élève d’un livre».

Il libro per la scuola tra didattica, politica ed economia

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Numero 10 EDUCATION febbraio, 2014 - Autore:  Condividi

 

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