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Astrologia e fortuna

Num°12 LUCK
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Qual è la concezione della fortuna (intesa come sinonimo di sorte, al di qua della distinzione fra buona o cattiva fortuna, buona o cattiva sorte) che l’astrologia porta con sé? Per discuterne, prenderemo le mosse da un testo che affronta tematicamente il motivo della fortuna, attingendo proprio all’astrologia gli strumenti per completarne l’interpretazione: il terzo ed ultimo libro del De fortuna di Giovanni Pontano (1429-1503), l’opera postuma edita da Pietro Summonte nel 1512.

Il rapporto fra Pontano e l’astrologia è ben noto. Esponente fra i più insigni dell’Umanesimo italiano, letterato e poeta, storico e filosofo, uomo politico di grande rilievo nella Napoli aragonese, dove costituì insieme con Antonio Beccadelli, detto il Panormita, l’Accademia Pontaniana, assumendovi il nome di Gioviano, Pontano fu un profondo conoscitore dell’arte di Urania astrologica. Aveva iniziato a studiarla molto giovane, in una fase nella quale la disciplina attraversava un intenso processo di rinnovamento, essendo divenuto da poco possibile accedere ai suoi grandi classici antichi, in passato sconosciuti o scarsamente diffusi, ovvero letti in versioni diverse da quelle originali. A Napoli, dove si era trasferito dalla nativa Umbria, aveva avuto come maestri il suo insegnante di greco, Gregorio da Tiferno, cui si deve una Oratio de astrologia, l’astrologo catanese Tolomeo Gallina (autore di un De rebus astrologicis) e Lorenzo Bonincontri, lo studioso toscano che a partire dal 1450, insieme al Gallina, commentò nello Studio napoletano l’Astronomicon di Manilio, riscoperto da Poggio Bracciolini. L’immediata e netta presa di posizione contro le Disputationes antiastrologiche di Giovanni Pico della Mirandola, stampate postume nel 1496, e a sostegno della difesa dell’astrologia, che il senese Lucio Bellanti aveva fatto seguire all’edizione del voluminoso trattato, ne fecero uno dei primi e più illustri esponenti della nutrita schiera di studiosi di astrologia che fra Quattrocento e Seicento concordarono nel respingere, seppur con argomenti talvolta fra loro diversi, le tesi pichiane. Fra gli scritti di Pontano vanno ricordati in questo campo il poemetto Urania, il trattato De rebus coelestibus in dodici libri, il De meteororum liber, il De Luna e il commento al Centiloquium pseudo-tolemaico (Commentationes in centum sententiis Claudii Ptolemaei, 1512), la fortunata raccolta di cento aforismi tradotta per la prima volta dal greco dal dotto bizantino Giorgio di Trebisonda, presente a Napoli negli anni Cinquanta del Quattrocento e autore di due opuscoli astrologici (Brevis de antisciis tractatus; Cur his temporibus astrologorum iudicia fallant).

Astrologia e fortuna

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Numero 12 LUCK ottobre, 2014 - Autore:  Condividi

 

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