
Poiché il Parlamento non riesce a trovare una legge elettorale che garantisca il giusto rapporto tra governabilità e rappresentanza, si propone di seguito un modello, che potrebbe funzionare tanto nel contesto politico attuale quanto in contesti anche molto differenti.
Si tratta dei lineamenti generali di una legge a doppio turno, che andrebbe poi evidentemente completata nei dettagli tecnici.
Primo turno: si assegna il 75% dei seggi totali disponibili con sistema proporzionale puro con sbarramento al 2% e preferenze doppie di genere.
Se una forza politica ottiene il 50% + 1 dei voti (e meno del 55%), riceve un premio di governabilità di massimo il 5%, altrimenti si va al ballottaggio tra i due schieramenti o partiti più votati. (Se una forza politica supera il 55% dei voti al primo turno, non solo non si celebra il ballottaggio ma viene eliminata la prevista soglia di sbarramento al 2%).
Secondo turno: si assegna il 25% dei seggi totali disponibili con collegio unico nazionale maggioritario. Chi ottiene un voto in più, prende tutto. Per essere ammessi al ballottaggio bisogna avere ottenuto un minino del 15 % dei voti al primo turno.
La riforma della legge elettorale: una proposta