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Cartografie dell’Italia

Num°02 ITALY

Lo scorso Natale, come biglietto di auguri, il ministro leghista Calderoli ha inviato una singolare cartolina. Racchiusa tra due scritte, l’una posta in alto: «Stiamo ribaltando il paese – Via da Roma i ministeri» e l’altra, in basso, recante la buona novella: «Federalismo – Il sogno diventa realtà», la cartolina esibiva un’immagine per molti versi spiazzante, quella di un’Italia capovolta,

trasformata per l’occasione in albero di Natale, con tanto di palline colorate e stella cometa come puntale, posta tra Scilla e Cariddi. Il significato di questa estrosa raffigurazione, oltre che dalle scritte, risulta chiarito dalla disseminazione di palline natalizie monocromatiche, rigorosamente verde-lega, raffiguranti quello che i leghisti hanno adottato come loro simbolo identitario – ignorandone l’originaria valenza universale, in quanto simbolo solare, come la Svastica, ecc. – ribattezzandolo “Sole delle Alpi”. Persino la stella cometa, infatti, è rappresentata con questo simbolo, cui si attacca la “coda”. Il significato complessivo risulta abbastanzaevidente, anzi fin troppo semplificato dal linguaggio iconografico del nostro ministro per la semplificazione.

Potremmo spiegarlo così: stiamo ribaltando la politica di questo paese, ne stiamo addirittura rovesciando e capovolgendo le logiche inveterate del potere, che ha sempre guardato a Roma come caput mundi e ha sacrificato lo sviluppo del Nord all’inerzia del Sud, dissipando, nel sostenerlo, le sue risorse. L’immagine di questa Italia leghista, coerentemente con questi assunti, appare infatti non poco deformata rispetto alla sua realtà cartografica. Mostra apertamente come una carta geografica possa non limitarsi al puro rilevamento geofisico, ma essere anche immagine del mondo di chi la traccia.

Come la cartografia medievale, questa mappa rappresenta una geografia spirituale a tal punto potente da deformare i contorni del caratteristico stivale, figura attraverso la quale da sempre l’immaginario geografico ha identificato la penisola italiana. Esso appare infatti di molto più largo nella sua imboccatura, segno evidente di una “Padania” – conio geografico e geopolitico di totale invenzione leghista – in piena espansione, e decisamente più corto e meno slanciato del normale, segno altrettanto eloquente del restringimento delle aree meridionali da contrarre e sacrificare, ovvero della loro insignificanza. Le indicazioni geopolitiche su di essa disseminate sono ancor più eloquenti: innanzitutto si rende evidente una vera e propria translatio imperii, con la massiccia dislocazione dei ministeri da Roma, cui rimane soltanto quello degli Esteri e della Giustizia, forse come consolatorio riconoscimento d’essere stata, in un lontanissimo passato, capitale di un impero i cui confini racchiudevano gran parte del mondo sino allora conosciuto e culla del diritto. Ma si tratta, appunto, solo di ormai offuscati ricordi. In Padania sono invece saldamente attestati i ministeri che “contano”, ma soprattutto la CONSOB e il Senato federale, ovvero il cuore pulsante del Potere federale. Qui le palline-sole-delle-Alpi si moltiplicano e riluccicano della loro verdissima luce. Giù, in fondo allo stivale, invece, trovano degna collocazione l’Ambiente e la Salute in Campania, appestata dai rifiuti, gli Interni in Calabria, per contrastare ‘Ndrangheta, Mafia e Camorra che, com’è noto, sono territorialmente lì confinate, mentre il Turismo non poteva che trovare alloggio in Sardegna, la cui vocazione turistica è sempre stata molto a cuore al nostro capo del governo che lì è “di case”. Infine, in posizione strategica contro il Mediterraneo, alla Sicilia spetta di diritto il Ministero della Difesa, per contrastare adeguatamente le nuove “invasioni barbariche” dei migranti provenienti dall’altra sponda.

Cartografie dell’Italia

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