Vorrei prendere spunto da una notizia che ha fatto scalpore sulla stampa nazionale e internazionale, e che ha reso il “fenomeno Italia” tanto più enigmatico in quanto allo stesso tempo terrificante e farsesco. Mi riferisco alla recente esortazione, pronunciata dal premier Silvio Berlusconi, a estirpare il “cancro” della magistratura dalla democrazia italiana.
Che la terrificante metafora oncologica non fosse uno scivolone ma una mossa retorica deliberata è stato chiarito dalle dichiarazioni del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Daniela Santanchè, a breve intervallo dalle esternazioni di Berlusconi. In occasione della Giornata della Memoria, e qui sta l’aspetto farsesco, Santanchè ha voluto distinguere tra magistrati che sono stati vittime del terrorismo nell’onorevole intento di difendere lo Stato ed altri che non solo sono un “cancro”, ma addirittura una “metastasi”. Spinta a fare degli esempi concreti, Santanchè non ha esitato a pronunciare il nome del Pubblico Ministero Ilda Bocassini, che dalla fine degli anni ’80 rischia la vita come magistrato di punta nelle inchieste sull’infiltrazione mafiosa nell’Italia settentrionale. Lo scrittore americano di origine russa Ayn Rand amava ripetere una frase che ben si accompagna alle dichiarazioni di Berlusconi e di Santanchè: “Si può evadere la realtà, ma non si possono evadere le conseguenze di evadere la realtà.”
L’evasione dell’evasione della realtà